LA RIVOLUZIONE DELLE SEDIE

di Matteo Nicoletta e Massimiliano Aceti

con Massimiliano Aceti, Matteo Nicoletta e Maurizio Bousso

Regia Barbara Alesse

Disponibilità dalla  stagione invernale 2020/21 

 

Spettacolo vincitore del concorso “Teatri in corto” 2016- Fiorenzuola d’Arda (Pi).

Primo premio al concorso "Autori nel cassetto, attori sul como' 2016" -

Premio della critica e miglior attore (Matteo Nicoletta)- Teatro Lo spazio di Roma.

Premio del pubblico alla rassegna di corti "Short Lab" diretta da Massimiliano Bruno.

Come ci si comporta con un paraplegico arrogante e prepotente?

Siamo in un ufficio di un supermercato. Luca (Massimiliano Aceti) è il capo del personale della divisione romana, inflessibile e autoritario.

Un cassiere, Matteo (Matteo Nicoletta), entra nel suo ufficio e avanza richieste bizzarre. Luca, stranamente, non lo caccia via. Perché Matteo è seduto su una sedia a rotelle. Ma l'arroganza del disabile è così provocatoria che Luca è costretto a reagire.

Da questo primo incontro, che terminerà con il sollevamento di Luca dalla carica di capo del personale e retrocessione a semplice cassiere, inizia tra i due una lotta di potere all'interno di un supermercato.

Ad osservarli fra gli scaffali, come fosse un arbitro delle loro battaglie, c'è un giovane magazziniere di colore (Maurizio Bousso) che verrà "usato" dai due come ago della bilancia: l'uomo di colore è l'alleato perfetto per conquistare il potere.

"La rivoluzione delle sedie" attraverso un turbine di ritmo e divertimento, svela l'ipocrisia del senso di colpa dei normodotati nei confronti dei disabili e verso chi vediamo diverso da noi.

Note di regia

Questo spettacolo è una continua ricerca di equilibrio tra il paradossale e il naturalismo. Del resto nella realtà non abbiamo difficoltà ad accettare dei paradossi che invece a teatro, risaltano con tutta la loro follia.

La rivoluzione delle sedie è uno spettacolo divertentissimo: comico, graffiante e dove non c'è spazio per il politically correct.

Il perbenismo con cui trattiamo disabili e immigrati ci impedisce di guardare davvero le persone che ci stanno di fronte: speriamo che con il nostro spettacolo, gli spettatori riescano a vedere intorno a loro meno pregiudizi e più persone.